In Francia, chi ha preso più voti con una maggioranza relativa come RN di dx è arrivato terzo. Nel Regno Unito, la maggioranza relativa del laburisti li ha fatti stravincere in quanto a seggi.
Cosa accomuna le due elezioni? Sicuramente la scelta accurata dei candidati collegio per collegio fatta dai progressisti in entrambi i casi, nonostante la differenza della legge elettorale. Il secondo turno francese è comunque molto simile all'unominale britannico se si fanno gli accordi di desistenza. Una attenzione ai collegi che devo dire che, a mio modesto parere, in Italia non avviene pressoché mai.
Se nel Regno Unito, il voto recente è stato in grado di dare un risultato chiaro con un governo chiaro, in Francia questo non è avvenuto. La coalizione di sinistra del Fronte Popolare ha vinto prendendo più seggi. La coalizione governativa è arrivata seconda, mentre terza l'alleanza di destra guidata da RN (lepenisti). Quarti, infine, i gollisti.
In Francia le elezioni sono state indette con una mossa azzardata dal Presidente Macron dopo il voto europeo per dar vita ad una riscossa basata sul cosiddetto fronte repubblicano, fondato sugli storici valori francesi anti destra. Una mossa tattica molto valida che ha bloccato l'avanzata dei sovranisti. Il problema, però, è che dopo la vittoria nata dalla desistenza al secondo turno, vedo nel Presidente Macron, una mancanza di strategia. La lettera del presidente agli elettori ne è, a mio modesto parere, una prova.
Ebbene, le mancanze di strategie dei leader che eccedono nelle tattiche personalmente mi preoccupano.
Ora, è indubbio che non tutte le posizioni della coalizione di sinistra - specie la parte più radicale - aiutano nella formazione di un governo, ma da chi ha vinto si deve comunque partire per poi, semmai, dialogare e far scegliere loro un candidato che può essere condiviso. Errori non se ne devono commettere perché il rischio che la vittoria della destra sia solo rimandato esiste. Eccome se esiste! E spesso, se i "tattici" commettono errori di strategia, oltre a perdere le elezioni, involontariamente aiutano gli avversari politici.
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