La sinistra che vorrei. Contributo di A-Pollo


 La sinistra che vorrei.


La sinistra che vorrei non è quella che purtroppo vedo oggi e che infatti a livello nazionale perde le elezioni.
La sinistra che vorrei è una sinistra normale per i cittadini normali. La sinistra che oggi vedo è una sinistra politicamente corretta, neoliberale, che si dichiara ambientalista ma che ha il difetto di essere presuntuosamente chic nella sua accezione radical. Una sinistra per i ricchi che ha abbandonato la ex classe media diventata povera oltre ovviamente ai poveri.
Una sinistra della ztl insomma che bada solo ai cliché. Iper attenta ai diritti civili ma che si è dimenticata dei diritti sociali. I diritti non sono scindibili. Una sinistra in bicicletta e quindi integralista che odia le auto rendendolo un mezzo solo per i ricchi, che dice di amare i mezzi pubblici che tali non sono più in quanto perloché tutti privatizzati, per non parlare poi dell'acqua. Una sinistra che ha sdoganato la propaganda bellicista nel proprio linguaggio. Sono il primo a voler essere solidale con il paese aggredito, l'Ucraina,  ma il linguaggio guerrafondaio, così dall'oggi al domani, è assolutamente riprovevole oltreché da pensiero unico. Una sinistra che accoglie tutti indiscriminatamente per poi dimenticarsene subito dopo. Una sinistra che versa giustamente le lacrime per le donne iraniane, ma dimentica di essere laica a casa propria. I diritti delle donne iraniane e più in generale provenienti dai paesi religiosi vanno garantiti anche in Italia dove spesso ce ne dimentichiamo.
La sinistra oggi candida personaggi perfetti per i cliché ma privi della verve necessaria. Si bada al personaggio ma non ai contenuti. Una sinistra dell'io e del super io.
La sinistra di oggi difende sempre e comunque la Unione Europea confederale anche quando è indifendibile ed ultra liberista dimenticandosi dei valori federali dei padri nobili dell'Europa.
La sinistra che vorrei invece deve essere attenta al sociale, ai poveri, alla ex classe media, deve riscoprire il politicamente scorretto e deve essere alternativa al modello economico turbo liberista riguardando al personalismo ed a Keynes.
La sinistra deve si accogliere, ma non per creare ghetti integralisti o criminali ma per includere nei valori laici.
La sinistra non deve dimenticare gli operai, le partite iva, i camerieri, i lavoratori, la classe media e la classe bassa, i poveri. Deve porre la questione salariare. Deve ripensare il welfare tassando non i soliti ma i non creatori di lavoro e le multinazionali che si scelgono il posto più conveniente ossia coloro che vogliono pubblicizzare le perdite e privatizzare i profitti. Le intelligenze artificiali devono farci star meglio non peggio come la tecnologia.
La sinistra deve pensare ai normali non agli snob, ai perbenino,  ai radical chic che magari si sentono progressisti dall'alto del loro piedistallo di cristallo.
Esiste tale sinistra? Al momento no, ma se non ritornerà perderà. 

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