OGGI SERVE UNA SINISTRA PER IL PROGRESSO SOCIALE E DEMOCRATICO di Salvatore Calleri

La Sinistra in Europa e soprattutto in Italia oggi, tranne rari casi, non gode di buona salute. Eppure dopo il 2008 vi erano tutti i presupposti per una storia diversa, a seguito della conclamata crisi del capitalismo selvaggio.
Mi interessa in particolare parlare della situazione italiana, che comunque si attanaglia bene anche ad altri Paesi europei.
Nella storia della sinistra vi è un momento fondamentale. Un momento di liberazione, ma che può essere visto pure come l'inizio dei problemi: l'anno 1989.
Il 1989 è l'anno in cui cade il muro.
Fino al 1989 in occidente lo stato sociale oltre ad essere una conquista della sinistra, serviva al capitalismo per sembrare accettabile all'opinione pubblica nel confronto con i sistemi
comunisti oltre la cortina di ferro.
Ebbene dopo la caduta del muro, la classe dirigente della sinistra italiana ex comunista commise un errore mortale: invece che modernizzarsi tenendo la barra dritta sui propri valori, scelse di sentirsi in colpa e di cancellare il proprio passato dedicandosi così al liberismo che adottò in modo acritico. Ossia la sinistra ha rinnegato se stessa. Ha smesso di pensare al proprio popolo in modo serio lasciando le proprie battaglie ad altri.
Nel 1989 smise di occuparsi dei diritti sociali.
29 anni fa quindi cambiò tutto.

Oggi la sinistra paga:
  • l'aver scelto il liberismo e non il socialismo liberale keynesiano;
  • l'aver accettato il rigore del pareggio di bilancio come fosse una religione;
  • l'aver paura della parola sicurezza:
  • l'eccesso di buonismo a 360 gradi;
  • l'aver abbandonato la classe media;
  • l'aver abbandonato il sogno degli Stati Uniti d'Europa;
  • l'aver sbagliato in toto la politica fiscale.
Tali temi in assenza della sinistra sono stati in parte, e pure in modo a tratti paradossale, fatti propri dal neo asse sovranista – nazionalista.
La sinistra è quindi oggi morta? No... Ma deve essere in grado di superare gli errori commessi cambiando in toto la propria leadership perdente e rigenerandosi per tornare come una vera e propria alternativa progressista.

Ossia deve:
  • chiedere il superamento della UE a favore degli Stati Uniti d'Europa;
  • operare per un nuovo modello di welfare basato sul lavoro-benessere;
  • avere a cuore la sicurezza dei cittadini;
  • adottare una politica economica neokeynesiana;
  • adottare una politica fiscale equa e non burocratica che miri a ridurre le attuali diseguaglianze, rilanciando la classe media.
La lista potrebbe essere ovviamente più lunga ma sicuramente è sufficiente a tracciare la linea da
seguire.
Una sinistra che deve essere ancorata al proprio glorioso passato ma in grado di guardare al futuro in modo dinamico e soprattutto senza i sensi di colpa post 1989 che hanno portato alla crisi attuale.


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