ALLE PRIMARIE DEL PD HA VINTO LA SCHLEIN. ADESSO DEVONO VINCERE LA RIGENERAZIONE DEL PARTITO E LA PROGETTUALITÀ SOCIALE, ECONOMICA ED EUROPEA

 ALLE PRIMARIE DEL PD HA VINTO LA SCHLEIN. ADESSO DEVONO


VINCERE LA RIGENERAZIONE DEL PARTITO E LA PROGETTUALITÀ SOCIALE, ECONOMICA ED EUROPEA. Di Giuseppe Lumia


Sono state primarie vere e sorprendenti. Non era mai successo che la contesa tra le leadership in campo fosse così aperta. 


La leadership al femminile va considerata un bel segno dei tempi per un’avanzata cultura politica. La Schlein ha competenza e carattere, a dispetto di tanto maschilismo politico, diffuso e presente seppur in misura minore anche tra i progressisti. 


Ma anche per questa innovativa e dirompente Segretaria esistono delle sfide tremende e nello stesso tempo entusiasmanti. 


LA PRIMA SFIDA: RIGENERARE IL PARTITO. È un impegno trascurato ormai da decenni. Alla vecchia e nobile forma-partito della rimpianta “Prima Repubblica” non si è sostituita una sua moderna ma sempre ben strutturata e organizzata vita interna. Per questa mission è necessario coltivare la leadership del “Noi condiviso”, quella dell’“Io-comunicativo” fa solo danni: dura poco e produce solo macerie. Rigenerare il Partito significa lavorare tantissimo nei territori per “progetti-obiettivo”; sottoporre militanti, iscritti, leader ed eletti ad una intensa attività formativa; selezionare la classe dirigente per la capacità di saper coniugare legalità costituzionale e sviluppo sostenibile socialmente e ambientalmente. Mettiamo pertanto da parte lo slogan inconcludente delle “facce nuove”. C’è lavoro per tutti: dai più giovani ai più anziani. 


LA SECONDA SFIDA: RIGENERARE LA PROGETTUALITÀ ECONOMICA E SOCIALE. Gli impegni da affrontare sono tremendi: superare le disuguaglianze, combattere i cambiamenti climatici, le mafie, le dipendenze e le discriminazioni, promuovere la Pace e i Diritti Umani, Sociali e Civili, sostenere e dare impulso al Welfare. Ma tali sfide devono essere ben ancorate nella vita reale della società. Questo comporta lavorare per soluzioni di governo adatte a un consistente rilancio del reddito del ceto medio-basso. È il tempo di farla finita con l’approccio genericista e astrattista: ad esempio, sotto i duemila euro netti non deve esserci nessun reddito da lavoro, le pensioni non possono scendere sotto i mille euro e il salario minimo deve attestarsi sui dieci euro l’ora. Solo così potremo recuperare il radicamento sociale, aprire il cuore della maggioranza della società alle sfide in termini solidali e cooperativi e battere egoismi, razzismi, cinismi e chiusure alle diversità e alle integrazioni culturali e di genere. 


LA TERZA SFIDA: RIGENERARE L’EUROPA. L’Unione Europea ha molti limiti e freni. Il principale è il suo assetto Confederale, perché lascia la governance reale al potere dei singoli governi che bloccano le scelte comunitarie di innovazione e di condivisione. Bisogna finalmente avviare la fase costituente degli Stati Uniti d’Europa per dare all’Unione un assetto Federale: una base comune di politica fiscale, di reddito, di politiche ambientali, di welfare, di sicurezza antimafia e antiterrorismo, di difesa e di politica estera. 


LA QUARTA SFIDA: RIGENERARE LE ALLEANZE SOCIALI E POLITICHE. Da anni si sono spezzati i legami con i mondi vitali della società civile organizzata. Basti pensare alle realtà del Volontariato e del Terzo Settore, dei Sindacati e dei Movimenti. La progettualità politica deve essere reimpostata in coprogettualità e in dialogo costante con chi sperimenta quotidianamente idee e soluzioni. Così sulle alleanze politiche ed elettorali: sono indispensabili e insostituibili. Solo un PD forte e coalizionale potrà rilanciare un’offerta elettorale credibile, competitiva e capace di affrontare al meglio le varie e diffuse tornate elettorali.


C’è insomma molto da ripensare e da riprogettare per una nuova Segretaria che si avvia alla cura e al rilancio del Partito Democratico. Speriamo bene e diamole una mano!

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