VOTO NEI LAND, LA SFIDA IN EUROPA CON LA DESTRA SOVRANISTA E POPULISTA È ANCORA APERTA. RITENERLA CHIUSA È UN GRAVE ERRORE. COSÌ PURE CHIUDERSI A RICCIO. Di Giuseppe Lumia



Nei Land  della Germania dell’Est di Brandeburgo e Sassonia l’ultra destra avanza ma non c’è il sorpasso nè sui progressisti del S.P.D. nè sui popolari della C.D.U. È già successo in tante altre elezioni e in diversi Paesi Europei. È successo anche alle scorse elezioni europee. Alla fine ci si concentra di più sulla seconda parte, “non c’è il sorpasso”  rispetto alla prima “avanzata della ultra destra”. Si rischia ancora una volta una eccessiva lettura  consolatoria che sento diffusa in giro per l’Europa anche in diversi ambienti  progressisti e democratici.  La loro avanzata non è inarrestabile ma da qui a ritenere la partita chiusa ce ne vuole. In ogni democrazia occidentale i problemi rimangono aperti. Basti pensare a quello che sta succedendo con la gestione della Brexit in Inghilterra e nel nostro Paese con la Lega... 

Chiarirci un po’ le idee a tal proposito non fa male. Anzi è più che mai necessario anche in Italia dove ci apprestiamo a un varo molto travagliato del nuovo Governo.

Il pericolo è solo scansato ma non è superato e non basta chiudersi a riccio per superarlo. 

Il lavoro da fare è profondo perché profonda è la crisi della società e della politica... 

Riflettiamo un po’ insieme. Chediamoci dove prende energia e alimento l’onda della avanzata della destra populista e sovranista. 

Almeno su tre  punti strutturali di crisi:

1) Il piccolo e medio ceto produttivo e del mondo del lavoro soffre oramai da anni e anni. Nella storia delle democrazie occidentali è questa articolata realtà che ritma la dinamica economica e politica, quando vive nel giusto benessere alimenta due potenti “energie progressive”: la crescita del lavoro e dell’economia e la crescita delle opportunità culturali  ed elettorali per il  radicarsi delle forze sociali e politiche democratiche. Quando si sta come oggi nel malessere si produce al contrario “energia regressiva”: con scarsi ritmi di crescita e con inclinazioni sempre più a destra...

2) le diseguaglianze attuali portate alle stelle fanno il resto. Mandano in bestia chi lavora, produce e si impegna per tenere un tenore di vita decente, la rabbia monta al sino al punto da mettere in discussione le forze politiche popolari, sia della Sinistra che quelle delle destre moderate e liberal democratiche coinvolgendo nei giudizi trancianti pure la stessa democrazia della rappresentanza...

3) La Globalizzazione poi sprovvista di “regole progressive”, avanzate e condivise,  alimenta a dismisura paure e incertezze anche perché fallisce continuamente di fronte alla prova del fuoco con i processi emigratori, le domande di sicurezza, di giustizia, di pace e di salvaguardia dell’ambiente... 

Come reagire? Da dove partire? Come promuovere una “progettualità progressista” capace di affrontare le sfide drammatiche del cambiamento?

1) E’ necessario innanzitutto individuare una grande e moderna Idea-Progetto in grado di tenere insieme: ideali ed interessi, contesto territoriale e dimensione globale, crescita economica e respiro sociale, diritti sociali e diritti civili, più lavoro e produttività e più innovazione e valorizzazione dell’ambiente... Esiste? Penso proprio di sì. È nel cammino verso gli Stati Uniti d’Europa che nel vecchio continente si possono rimettere in moto energie positive e senza precedenti di sviluppo sostenibile e di crescita democratica...

2) Bisogna investire tutte le energie finanziarie dei bilanci pubblici e degli investimenti privati verso il ceto medio-basso del lavoro e della produzione seguendo con approcci moderni le direttrici redistributive dell’uguaglianza e di riconversione del sistema produttivo e del welfare in eco sostenibilità sociale  ed ambientale... 

3) Bisogna riformare a fondo  la Politica, nel suo  modo di pensare, di progettare e di organizzare la propria presenza nel cuore della società e nelle dura realtà delle istituzioni. Il modello della leadership dell’”IO Comunicativo” delle battute, degli insulti, dell’odio... fa solo dei danni incalcolabili. Bisogna sperimentare modelli avanzati aprendo alle nuove leadership del “NOI Responsabile” chiamate a  tenere insieme due dimensioni tenute spesso separate: partecipazione  e decisione innovando e rilanciando la stessa Democrazia della Rappresentanza...

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