IL PD E IL CONGRESSO: UN CAMMINO A PERDERE O SPERICOLATO di Giuseppe Lumia



Più passano i giorni più il PD si avviluppa nella sua crisi più i rischi di tracollo aumentano. Il Paese con il risultato elettorale del 4 Marzo e con l’attuale governo e le sue scelte appena definite nel DEF ha voltato realmente pagina. Prendersela con gli elettori, andare avanti a testa bassa come se niente fosse accaduto ci porta dritti dritti a un Congresso a “perdere”....

Il Congresso deve evitare due trappole mortali:

1. Restare ancorati e subalterni al Renzismo. L’approccio di questa parte ancora aggressiva e potente del Partito è chiaro: nessuna svolta o ammissione dei gravissimi errori. Niente di niente: semmai Renzi deve riprendere la sua leadership e andare avanti con il suo modello devastante del “Partito Io”, e con le inefficaci e dannose politiche neo liberiste sulla scuola, sul lavoro.

2. Il modello “Genericista”. Un approccio anch’esso mortifero: un po’ più buoni, più giusti, più aperti, più attenti, che guarda più indietro piuttosto che in avanti... Martina docet... Niente scelte strategiche dirompenti, chiare e capaci di dare passione e consistenza elettorale al futuro dei Progressisti e della Sinistra.                 
C’è una terza via che mette insieme la necessità di liberarci dalla padella del “Renzismo” senza ripiegare nella brace del “Genericismo”?
Sì a condizione che si dia vita ad un Congresso coraggioso, in un certo senso “Spericolato”, capace cioè di mettere in moto tre virtuose dimensioni: Visione, progettualità, organizzazione...

A) Visione. Esempio: limitarsi a difendere l’attuale Unione Europea mette a serio rischio la stessa Europa. Investire sugli Stati Uniti d’Europa è la scelta invece dirompente che, oltre ad essere un richiamo valoriale profondo di significati sociali e culturali,  è oggi anche una vera e propria necessità. Un solo Esercito, un solo Fisco, una sola Politica  estera, un solo Welfare, una sola Sicurezza  Antimafia e Antiterrorismo...
Chiamare a raccolta i progressisti intorno agli Stati Uniti d’Europa ha un senso: parla al cuore dei giovani e attiva i migliori e più ‘puliti’ interessi sociali ed economici. Chiamare a raccolta gli antisovranisti di fatto è come correre verso un baratro per  la stessa Europa ...

B) Progettualità. Le sfide sono oramai chiare: da sinistra verso tutto l’ Occidente spira una domanda dirompente di uguaglianza, da destra una sulla sicurezza. Il moderno progressismo deve investire su entrambe per coniugare, ad esempio, una incisiva lotta alle povertà e alti livelli di crescita economica, i tanto cari diritti sociali con gli altrettanti importanti diritti civili, il lavoro ai giovani con la sostenibilità nella decarbonizzazione e nella innovazione tecnologica dei prodotti e dei processi produttivi... l’accoglienza rigorosa e l’integrazione reale degli immigrati con l’aiuto allo sviluppo dei paesi di provenienza degli immigrati... la severità nel punire i reati, a cominciare dalla corruzione e dalle collusioni con le mafie al rispetto delle garanzie dei cittadini e della privacy...

Un lavoro sicuramente immane che però ridarebbe nuova energia e valore concreto al pensare e all’agire progressista... Il resto è noia: sia che si ‘ritriti’ il  neo-liberismo sia che si richiamino i vecchi e nostalgici approcci statalisti...

C) Organizzazione. Altra sfida da far tremare i polsi, ma anche una bella prova per mettere da parte il disastroso modello del “Partito Io“ è rielaborare, sperimentandolo quotidianamente nei territori,  un modello aperto e nuovo di “Partito Noi”...

Il PD non pensi che recupererà consenso solo giocando a testa bassa contro i grillini oppure contro i leghisti...La sfida è più tremenda, è di fondo e tocca l’identità vitale dell’essere progressisti e ancora di sinistra. Far diventare questa sfida una straordinaria risorsa richiede un cambio di passo. Richiede un bel Congresso coraggioso, “Spericolato”...

Giuseppe Lumia

Commenti

  1. Esatto. Chiaro e forte come sempre, Giuseppe Lumia pone la questione. Come essere progressisti oggi. Come rinnovare il collante tra politica e persone. Come scegliere ed affrontare collettivamente le battaglie di interesse sociale. Spetta ancora ad un partito? Io penso di sì. Ma ci vuole un Partito non una ditta con un padrone che sceglie i collaboratori. Un partito che, motivato dal basso, ritrovi la fiducia nel rappresentare. Ed nell'essere rappresentati. La strada per fare questo è lunga. Il congresso che si sta preparando, preceduto dall'attuale beffa del congresso toscano, danno poche speranze che tutto ciò possa avvenire ancora nel Pd.

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